In questo post parlerò delle nuove strategie degli anti-vaccinisti per sostenere la pericolosità dei vaccini prendendo spunto da un articolo pubblicato su Vaccine e da un documentario apparso sulla televisione pubblica americana PBS (sì, esiste veramente una televisione pubblica): Frontline “The Vaccine War“. PBS affronta, per una volta in maniera equilibrata, il dibattito dando la parola a sostenitori e oppositori dei vaccini. Si spingono perfino ad intervistare uno degli autori dello studio danese (di cui ne parlo qui) sull’autismo nei bambini vaccinati e non (non credevo esisteva un giornalismo così!).
In maniera schematica le tecniche d’informazione e gli argomenti degli anti-vaccinisti si possono riassumere così:
Slittamento delle ipotesi: La polemica ha inizio con la pubblicazione su Lancet di un lavoro che mette in relazione la vaccinazione MPR (Morbillo-Parotite-Rosolia) ed autismo da parte di Wakefield. Per Wakefield la causa era l’associazione di queste tre vaccinazione mentre per i movimenti antivaccinisti la causa era il vaccino contro il morbillo.
La causa antivaccinista attraversa l’atlantico e sbarca in Nord-America dove come colpevole viene individuato il mercurio. Dopo l’eliminazione del mercurio dai vaccini, si attese una diminuzione dell’epidemia per il 2006 – 2007 ma quando questa diminuzione non é avvenuta si é riproposto il 2011. Ma anche nel 2011 non vi é stata diminuzione. Ora i movimenti antivaccinisti sbandierano l’aumento dei casi d’autismo come emergenza nazionale e dimenticano che questo fatto invalida la loro ipotesi sulle cause dell’autismo. Ora il colpevole é l’alto numero di vaccini in era scolare.
La vaccinazione contro il morbillo, la MPR, il mercurio, l’alto numero di vaccinazioni, queste sono le ipotesi che si sono succedute negli anni, qual´é la buona?. Per poter mantenere il legame tra vaccinazione e autismo, e malgrado l’accumularsi delle prove che lo contraddicono, la causa dell’autismo é continuamente riscritta.
Misinterpretazione dei risultati scientifici.I risultati scientifici o i progressi in campo medico vengono presentati come prova delle loro ipotesi anche se li contraddicono palesemente. Un esempio di cui ho parlato sono le linee guida pediatriche che, pur contraddicendo le ipotesi di EmergenzaAutismo, sono presentate da quest’associazione come un grande successo delle loro iniziative (qui)!.
La comunità antivaccinista non ha compreso il metodo scientifico ed i suoi limiti. Vi é un legame ambiguo tra scienza e attivismo, se da una parte sembrano aperti ed interessati ai risultati della ricerca e molti scienziati sono inviatati a parlare nei loro meetings, in veritá sembrano interessati solamente ai lavori che sostengono la loro ipotesi. Gli autori dei lavori che condraddicono le loro ipotesi vengono denigrati (insultati personalmente) e accusati di essere al soldo delle industrie farmaceutiche. Il caso di Offit é esemplare: un fotomontaggio lo ritrae mentre banchetta sul corpo di un bambino (qui). Le critiche al documentario su PBS (qui e anche sul il blog di Jenny McCarthy) si soffermano sul fatto che uno degli autori del lavoro danese é stato scoperto aver intascato i finanziamenti del CDC, questo fatto peró non inficia il risultato dello studio. Ma l’equazione é presto fatta: ladro di soldi pubblici = falsario dei dati scientifici (cosa interessante nessuno entra mai nel merito scientifico dello studio).
Non mi stancherò mai di dirlo: il metodo sperimentale è un metodo estremamente limitato, si occupa solo di cose che può misurare, od osservare , procede per tentativi ed errori, é estremamente lento e soprattutto non propone delle verità assolute. Gli antivaccinisti chiedono di dimostrare che i vaccini siano 100% sicuri, o di dimostrare che non causino l’autismo, questo é, dal punto di vista scientifico, impossibile.
Uno scienziato può affermare: “Allo stato attuale delle conoscenze, la vaccinazione non ha determinato un aumento dei casi d’autismo in 1,5 milioni di bambini danesi”. Ma questa non é una prova sufficiente per gli antivaccinisti. Sentite cose dice nel video del PBS Barbara Loe Fisher la direttrice del “National Vaccine Information Centre“:
You have to look at the human body and what accours in term of changes in immune and brain function you cannot do epidemiology where you compare group of children agains each others.
Questo indica quanto poco Loe Fisher capisce i metodi scientifici: la sua proposta é impraticabile dal punto di vista scientifico e pone un problema etico.
Il problema etico: bisognerebbe trasformare un gruppo di bambini in cavie umane. Lasciarlo senza copertura vaccinale e “studiarlo” per vedere se insorge l’autismo. Il problema scientifico è che non possiamo “smontare” il corpo umano ed “osservare” cosa non va come si fa per una macchina. Dovremmo sottoporre le cavie-bambini a biopsie, colonscopie, punture lombari, encefalogrammi … Sono esami faticosi e pericolosi, quale madre é disposta ad accettare il rischio? quali risultati speriamo ottenere?.
Un altro limite evidente della ricerca é che una prova negativa, in termini scientifici non é mai una prova conclusiva, quello che si puo dire è che, per il momento, non ci sono prove tra vaccino ed autismo e che non si conoscono le origini della malattia. Ma nella loro visione queste mancanze implicano che la loro ipotesi é vera: il vaccino è il colpevole.
La loro posizione: siamo scettici, siamo gli esperti dei nostri figli, siamo aperti al dialogo, vogliamo più ricerca scientifica. Non sono però in grado di analizzare i problemi globalmente e capire le sfumature o le differenze, é una posizione ideologica che si cammuffa in posizione scientifica.
Il problema della responsabilità: Il documentario della PBS descrive la comunità alternativa di Ashland nell’Oregon dove solo il 70% dei bambini é vaccinato. In questa comunità si cerca di vivere in maniera naturale, nel rispetto della natura e nella consapevolezza dei limiti delle risorse naturali. Verso la fine del programma il Dr Jim Shames discute con alcune madri che hanno deciso di non vaccinare i loro figli. Chiede se non si sentono responsabili verso la comunità in cui vivono. Per esempio cosa succederebbe se suo figlio non vaccinato contagiasse un neonato troppo giovane per essere vaccinato?. La madre sembra non aver mai considerato questa ipotesi. La cosa é sorprendente: come é possibile essere più “rispettosi dell’ambiente” e nello stesso tempo meno coinvolti nella sorte dei propri simili? Come puoi non considerare le conseguenze delle tue scelte sulla salute dei membri della tua comunità? Porre come bene ultimo l’ambiente ci solleva da responsabilità verso i nostri simili? O è forse un modo di mascherare il nostro egoismo?
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Kata A (2012). Anti-vaccine activists, Web 2.0, and the postmodern paradigm – An overview of tactics and tropes used online by the anti-vaccination movement. Vaccine, 30 (25), 3778-89 PMID: 22172504