Ritorniamo sulla medicina complementare e alternativa, e soprattutto sul potenziale pericolo insito nell’associare medicina con gli aggettivi complementare ed alternativa.
Un gruppo dell’Università di Portland si è occupato di studiare l’effetto delle cure alternative e complementari se utilizzate come cura primaria del cancro al seno. Il lavoro, dal titolo molto esplicativo, è stato recentemente pubblicato:
Han E, Johnson N, DelaMelena T, Glissmeyer M, & Steinbock K (2011). Alternative therapy used as primary treatment for breast cancer negatively impacts outcomes. Annals of surgical oncology, 18 (4), 912-6 PMID: 21225354
Gli autori hanno identificato 61 pazienti che negli ultimi dieci anni hanno avuto una diagnosi di cancro al seno ed hanno o rifiutato o ritardato le cure standard (allopatiche) in favore di un trattamento primario di tipo complementare o alternativo. Le pazienti sono state contattate telefonicamente ed è stato richiesto di sottoporsi ad una visita di controllo. Le pazienti sono state divise in due gruppi: un gruppo che ha ritardato o rifiutato la chirurgia (chiamato Surgery Sub Group, SSG) ed un secondo che ha ricevuto l’asportazione chirurgica del tumore ma non ha seguito, o ha seguito in maniera discontinua, la terapia adiuvante (chiamato Adjuvant Sub Grouop ASG).
Il tipo di terapia complementare scelto dalle pazienti è stato:
Erbe/vitamine 82%, dieta 62%, religione 6%, chelazione/detossificazione 8% (la somma è superiore a 100% perche le pazienti potevano scegliere più di un tipo di terapia complementare).
Per ogni paziente l’età, le caratteristiche e lo stadio di sviluppo del tumore, sono stati registrati, durante la vista di controllo (e nelle successive visite).
La sopravvivenza a 10 anni è stata stimata (grazie ad un sofware specifico) sulla base della gravità del tumore e dell’età e comparato con la sopravvivenza realmente osservata nelle pazienti.
I risultati nel gruppo SSG sono: nel 96% dei casi vi è una progressione del tumore: il diametro medio del tumore alla prima visita di controllo é di 2.0 cm nella successiva visita 7.8 cm. Il 50% delle pazienti sono morte durante il periodo di studio (4 anni e mezzo). Il tasso di sopravvivenza a 10 anni stimato è del 69% ma quello osservato cade al 36%.
I risultati nel gruppo ASG sono: 86% hanno avuto progressione del tumore, 20% delle pazienti sono morte. Il periodo in cui il tumore non si é ripresentato (relapse free time, tempo di non recidività) stimato è di 59% ma l’osservato è del 13%.
Una misura, molto drammatica del rischi a cui ci si espone rifiutando l’asportazione chirurgica del tumore é data dalla seguente tabella nella quale si presentano le stime della sopravvivenza a 10 anni se si ha subito la rimozione chirurgica o no, comparate con il tasso realmente osservato:
Se nel caso della chirurgia ritardata (Delayed surgery) la differenza tra tasso di sopravvivenza stimata e quello osservata “non è grande” (73.6 contro 60%), nel gruppo che ha rifiutato la chirurgia (Omitted surgery) il tasso precipita dal 69.5% (stimato) al 36.4% (osservato).
The decision not to have surgery had an profoundly negative impact on their outcome regardless of natural regimen used.
Malgrado la resistenza iniziale alla terapia standard molti di queste pazienti accettarono interventi chirurgici, chemioterapia e trattamenti ormonali.
Conclusions. Alternative therapies used as primary treatment for breast cancer are associated with disease progression and increased risk of recurrence and death.
Gli autori descrivono anche alcuni scenari che si possono presentare di fronte ad un medico: frequentemente un paziente considera un caso aneddotico letto su una flyer di un medico alternativo come una prova dell’efficacia del trattamento. Il medico non ha generalmente dati per ribattere a questa affermazione, se non dei casi altrettanto aneddotici di pazienti che non hanno avuto alcun effetto dalla terapia complementare.
Il consiglio degli autori per i medici che hanno in cura pazienti che rifiutano la terapia standard è di evitare un giudizio e di mantenere un canale di comunicazione aperto con la paziente e di spiegare chiaramente che può ritornare senza esitazione se sentono che vi è deterioramento delle condizioni di salute o se cambiano opinione sulla terapia standard:
Of utmost import is avoidance of judgment and assurance that patients understand that they may return without hesitation if they perceive disease progression or if they change their minds about accepting traditional therapy. In this series of 61 patients only 4 did not return to our clinic when they saw clear signs of progression.
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