Il legame tra vaccino ed autismo è completamente inventato – parte 3

I dati clinici

Continuo la revisione della dichiarazioni pubblicata da EmergenzAutismo dal titolo “Andrew Wakefield, la censura scientifica e le 14 scimmie”. la versione italiana é qui e l’originale in inglese qui):

Negli scorsi dieci anni, il nostro movimento di genitori ha riciesto invano un semplice studio scientifico che avrebbe potuto facilmente mettere fine al dibattito sul possibile ruolo dei vaccini nell’epidemia di autismo una volta per tutte, comparando bambini che sono stati vaccinati a quelli che non lo sono mai stati e stabilendo se il livello di diffusione dell’autismo tra i diversi due gruppi sia diverso o lo stesso.

Qui viene un punto molto importante in un processo di disinformazione portato avanti da Generation Rescue e EmergenzAutismo: ignorare i risultati della parte avversa. I risultati che dimostrano il contrario sono mastodontici ed é per me difficile riassumerli qui tutti.

Un buon punto di partenza è il fondamentale lavoro svolto dal “Institute of Medicine” su richiesta del CDC nel 2002. I membri che hanno fatto parte del consiglio sono stati scelti tra esperti che non avevano mai ricevuto finanziamenti da ditte produttrici di vaccini. Il loro giudizio è stato categorico: all’unanimità hanno dichiarato che non sussiste nessun legame tre vaccinazione ed autismo (e ci aggiunsero anche il mercurio perché all’epoca l’ipotesi iniziale era già cambiata ed indicava il mercurio come responsabile). Se EmergenzAutismo avesse preso la briga di leggerselo la polemica sarebbe oggi morta e sepolta. Non fate come EA leggetevi almeno il sommario (17 pagine)!! Uno dei lavori più importanti è uno studio epidemiologico condotto in Danimarca nel 2002 che distrugge semplicemente tutte le possibili associazioni tra vaccino MPR ed autismo, ne ho parlato qui. Molti altri studi sono riassunti da Donata Vivanti, vice-presidente di Autismo Italia in questo blog e mi permetto di copiarli qui.

Va ricordato poi che fra il 1998 e il 2002 una serie di articoli scientifici avevano fornito evidenze inconfutabili analoghe, escludendo l’associazione tra autismo e somministrazione del vaccino MMR. Nel 2001, ad esempio, James A. Kaye e altri pubblicarono un’analisi longitudinale dei dati ricavati dal database della ricerca medica generale della Manchester University, trovando un drammatico aumento dell’incidenza annuale delle diagnosi di autismo negli ultimi dieci anni (da 0.3 casi su 10,000 nel 1988 a 2.1 casi su 10,000 nel 1999), mentre la prevalenza della vaccinazione MMR nei bambini restava virtualmente costante nel periodo di tempo analizzato (97% del campione). Se il vaccino MMR fosse stato il principale responsabile dell’aumento di incidenza di autismo riscontrato, allora ci si sarebbe aspettato che l’incremento del rischio di diagnosi di autismo si arrestasse velocemente dopo la stabilizzazione dell’uso del vaccino. Invece nello studio di Kaye era chiaro che questo non era successo e che quindi non esisteva alcuna correlazione fra la vaccinazione MMR e l’incidenza di autismo negli anni presi in esame.
In uno studio analogo negli Stati Uniti, Loring Dales e altri (2001) riscontrarono gli stessi risultati sui dati relativi all’autismo registrati presso il Dipartimento dei Servizi per l’Età Evolutiva della California nel periodo dal 1980 al 1994. Ancora una volta, l’analisi della tendenza nel tempo non mostrava una correlazione significativa fra l’utilizzo del vaccino MMR e il numero di casi di autismo. Benché l’utilizzo del vaccino MMR rimanesse assolutamente costante nel periodo esaminato, nello stesso periodo si riscontrava infatti un aumento costante dei casi di autismo.
Va notato che l’aumentata incidenza di autismo trovata in questi due studi riflette più probabilmente un’aumentata conoscenza dei disturbi dello spettro autistico da parte del personale sanitario e della popolazione generale, così come pure un cambiamento dei criteri diagnostici, piuttosto che un aumento reale nell’incidenza del disturbo (Kaye e altri, 2001).
  

 
 

E ancora, nell’aprile 2002 il Vaccine Education Center del Children’s Hospital di Philadelphia, USA, evidenziava i punti deboli dei lavori di Wakefield e affermava che tutti gli studi scientifici sull’insorgenza dell’autismo concordano con l’ipotesi che l’autismo sia una malattia che origina in una fase precoce della gravidanza, prima della nascita del bambino. Brent Taylor e colleghi, ad esempio, esaminarono la relazione tra MMR e la cosiddetta «nuova variante di autismo» associato a infiammazione intestinale, descritta da Wakefield, comparando il numero di bambini con autismo e sintomatologia gastrointestinale prima e dopo il 1988 (anno di introduzione della vaccinazione MMR in Inghilterra): nessuna differenza venne riscontrata.
Nel novembre del 2002, poi, in uno studio retrospettivo su 535.544 bambini di età compresa tra 1 e 7 anni, vaccinati con MMR tra il novembre del 1982 e il giugno 1986 in Finlandia, non risultò alcun aumento dei ricoveri per autismo dopo la somministrazione della vaccinazione MMR. Inoltre nessuno dei bambini con autismo venne ricoverato per disturbi infiammatori dell’intestino, né fu identificata alcuna associazione tra vaccinazione MMR, casi di encefalite, meningite e autismo.
   

Ma non basta. Fra il 2003 e il 2004 altri diciannove studi epidemiologici esclusero l’associazione tra vaccinazione MMR e disturbi autistici. Nel luglio del 2003, una review sistematica di tutti gli studi epidemiologici disponibili nella letteratura biomedica sull’argomento non ne trovò nemmeno uno che potesse suggerire associazioni tra autismo e vaccinazione MMR. Nell’agosto del 2003, anzi, uno studio britannico affermò che l’apparente aumento di casi di autismo nel Regno Unito si era arrestato dopo il picco registrato nel 1992. Si dimostrava inoltre che l’aumento di casi potrebbe essere stato causato dalla maggiore attenzione verso la patologia e da una serie di modifiche dei criteri diagnostici. Il plateau raggiunto rappresenta un’ulteriore prova contro un’associazione con il vaccino MMR.

Un altro lavoro interessante è il condotto da Adrien J. su dei video fatti in occasione del primo compleanno del figlio (qui). Alcuni esperti di neurosviluppo hanno visionato questi video e altri video di bambini che non hanno sviluppato l’autismo ed hanno individuato con notevole precisione i bambini che svilupperanno l’autismo. Ciò indica che i primi sintomi dello sviluppo dell’autismo precedono la vaccinazione. Nel prossimo post ci occuperemo delle ipotesi degli anti vaccinasti.

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