Ancora un po’ d’imbuti (funnel plot).

Shang e colleghi hanno dimostrato che negli studi clinici d’alta qualità l’effetto terapeutico dei rimedi omeopatici scompare mentre c’è ancora nei farmaci allopatici (qui).

Come ci riescono? … ma certo con un imbuto:


Come già detto lo studio non è una metanalisi (cioè una raccolta di studi su una patologia, un farmaco o un rimedio..) ma é uno studio comparativo tra studi equivalenti in allo- ed omeo-patia.

Osservate i funnel plot qui sotto:


Ogni punto del grafico in alto rappresenta uno studio in omeopatia, questo punto corrisponde ad un punto nel grafico in basso.

Corrisponde significa che uno studio su una patologia, raffreddore o diarrea che sia, del grafico in alto ha un equivalente studio nel grafico in basso. Ciò significa anche che, qualsiasi squilibrio (sfavorevole all’omeopatia) o errore metodologico che posso pensare, presente negli studi omeopatici deve essere presente anche negli studi allopatici. Esempio: l’effetto dell’omeopatia è più forte nella cura del raffreddore. OK, d’accordo ma io posso obbiettare che pure l’effetto delle medicine allopatiche è meno forte per le malattie neurologiche. Oppure: l’effetto dei rimedi omeopatici è molto variabile nelle terapie per l’asma. Ok, ma posso ribattere che l’effetto dei farmaci allopatici è molto variabile nelle terapie per malattie metaboliche.


Quello che cambia è la tendenza verso un assenza di beneficio negli studi omeopatici, grafico in alto. La curva tracciata, tende più rapidamente verso 1 (ipotesi nulla = non vi è differenza con il placebo – nel cerchio) per gli studi omeopatici che per quelli allopatici.

Negli studi omeopatici la linea nera, che rappresenta la tendenza, raggiunge un valore massimo di 0,88. Nello stesso tempo l’intervallo di confidenza, che rappresenta il margine d’errore che possiamo avere contiene l’1 in questo caso non possiamo scartare l’ipotesi iniziale: l’omeopatia è uguale al placebo.

Negli studi allopatici (in basso) l’intervallo di confidenza si mantiene sempre al di sotto dell’unità (freccia).

Chi critica il criterio è uno scriteriato.

Quali criteri sono stati utilizzati da Shang e quali da Linde-Ernst nei loro studi? Avevamo visto (qui e qui) che utilizzando criteri differenti gli autori erano arrivati alla conclusione che l’omeopatia è placebo, che differenze vi sono tra i criteri utilizzati?

Entrambi hanno operato in questo modo: scelto dei criteri per costruire una scala per definire la sperimentazione di bassa, ed alta qualità. Su questa scala hanno osservato come varia l’effetto terapeutico. Entrambi hanno concluso che per lavori di alta qualità in omeopatia non vi è differenza con il placebo. Entrambi hanno usato come criteri primari per selezionare gli studi:

  • se lo studio era doppio cieco (la terapia è mascherata sia al paziente che dottore)
  • se veniva usato un metodo appropriato per generare la randomizzazione (un buon metodo é tirare una monetina in aria per decidere la terapia)
  • come venivano analizzati i dati (analisi per Intention to Treat – ITT*).

I criteri di Shang sono tuttavia differenti rispetto alla scala usata da Linde-Ernst in due punti, Shang non considera ITT come criterio importante per definire uno studio di alta qualità ed al suo posto introduce la dimensione dello studio (più grande è lo studio più è di qualità).

La cosa fondamentale è che questi due autori hanno utilizzato criteri dissimili ma sono giunti alle stesse conclusioni, questo aumenta la robustezza del risultato.

Si possono certamente discutere i criteri ma ENTRAMBI hanno visto la stessa cosa: negli studi clinici di alta qualità l’omeopatia non è differente dal placebo.

——–

*Che cos’è Intention To Treat?: facciamo un esempio, abbiamo 100 pazienti in uno studio che devono prendere la medicina per 1 mese. Dopo un mese solo la metà si si é ricordata di prendere la medicina e di questi la metá é guarita. Se la metá di quelli che hanno preso la medicina sono guariti dobbiamo concludere che la terapia é efficace al 50% ? No se facciamo un’analisi per Intention To Treat, cioé se includiamo alla fine dell’analisi TUTTI i pazienti anche quelli che non hanno seguito la cura. In questo caso la medicina é efficace solo nel 25% dei casi. Questo é un criterio più rigoroso ed include nel calcolo del beneficio tutti i pazienti che si é voluto o inteso curare. Vedi anche wikipedia (qui)

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